RICHIESTA
"Oggetto: Richiesta di volumi a tema.
Buon giorno, mi chiamo Maurizio e da 2 anni sono stato nominato responsabile della manutenzione. Fin qui si è usato il metodo delle due classiche manutenzioni PREVENTIVA e CURATIVA. Ma ora, avendo acquisito anche la certificazione TUV, ci viene richiesta una maggiore attenzione ed un miglioramento qualitativo anche in questo settore aziendale. Ho letto sul vostro sito cose che sono molto interessanti ed utili a farmi capire come procedere. Potreste aiutarmi indicandomi titoli di volumi da poter studiare per tale scopo, magari che comprendano le norme appropriate come la EN15341. Grazie"
RISPOSTA
Caro Maurizio, innanzitutto mi permetto di darti del Tu in quanto dall'indirizzo di posta elettronica desumo tu abbia gli stessi anni di mio figlio. La tua richiesta è simile a molte altre, ricevute in precedenza, alle quali ho risposto privatamente. Poichè la tua richiesta è giunta però nel giorno del mio compleanno, ho ritenuto tale coincidenza un "segnale debole", uno di quei segnali che in Manutenzione necessitano di un'attenzione tutta particolare. Allora mi son detto: perchè non affrontare il tema della formazione in Manutenzione da un punto di vista "alternativo"? E perchè non far diventare partecipi anche altri "potenziali" interessati? Quello che segue è dunque un esperimento. Spero tu possa ricavare comunque, anche se non subito, un "segnale debole" di ritorno.
Premessa
Sono andato in pensione alla fine del 2007 e da allora non mi sono più interessato di Manutenzione in quanto ho dato spazio ad alcuni dei miei molteplici interessi, tra cui:
- "Minerali e Cristalli";
- "Judo";
- "Video su aree archeologiche, monumenti e palazzi storici ";
- "Foto di viaggio";
Questa premessa è utile per asseverare un concetto che ho avuto modo di "verificare" più volte a livello personale: dopo circa un anno che non si esercita più una mansione, o si pratica una disciplina, si diventa immancabilmente "obsoleti". Questo è per dirti che non mi sento più all'altezza di consigliarti alcunchè di specifico dal momento che metodiche di lavoro e tecnologie si rinnovano costantemente e con ritmi sempre più incalzanti. Ciò che posso invece trasmetterti è qualcosa che si è consolidata nel tempo e che finisce per far parte della persona: è quella che gli anglosassoni nel loro ristretto pragmatismo oggi chiamano "Vision" ma che una volta da noi, popoli mediterranei, veniva in modo olistico più genericamente chiamata "Saggezza". E questa non a caso era un attributo della "Vecchiaia", della somma cioè di esperienze uniche ed irripetibili che un "Anziano" aveva maturato ed a cui i più giovani attingevano con avidità. Lo scopo di questo sito sulla Manutenzione è proprio quello di mettere a disposizione dei giovani alcuni concetti riguardanti la "Vision" nell'Arte della Manutenzione. Non a caso ho detto "Arte della Manutenzione". Quando infatti la cosiddetta "Saggezza" sarà diventata la componente principale dell'individuo, allora questa affermazione verrà pienamente "compresa".
Il processo formativo
Il processo formativo di ciascun individuo dura tutta la vita. Esso procede mediante una serie di azioni che si susseguono e si alternano: apprendimento sui libri, navigazione tra le informazioni, selezione dei contenuti, esperienze dirette positive e negative che interessano anche il lato emotivo, formazione di una propria cultura manutentiva, acquisizione di metodiche provenienti anche da altri settori industriali (la manutenzione è un'Arte trasversale a tutti i comparti merceologici), consolidamento delle conoscenze ed esperienze, ecc. ecc. ...Insomma, il processo formativo può essere assimilato ad una spirale tridimensionale alla cui base stanno le spire più grandi che, man mano che si procede lungo la direzione dell'altezza, diventano sempre più strette sino ad arrivare al punto sommitale: il polo di origine. Nel procedere, molte "esperienze" possono essere ripetute. Ciò spesso significa che non si è appreso del tutto o correttamente nella fase precedente. L'esperienza da maturare in questi casi sarà certamente più ampia (ci si trova su spire superiori e si vede tutto il pregresso dall' "Alto". Ciascuno di noi ha i "Suoi Tempi" per percorrere questa spirale. E non è detto che sia necessario arrivare per forza al polo di origine (il livello massimo raggiungibile significa forse Saggezza?). È opportuno "maturare" sempre il livello a cui ci si trova per non incorrere nell'esiziale errore di andare più avanti di quello che il nostro fisico e la nostra mente siano in grado di sopportare. In questo caso si può infatti giungere alla dissociazione mentale che può comportare gravi sindromi psicopatologiche. All'uopo mi piace ricordare un famoso aforisma cinese: "I libri condussero pochi alla saggezza e molti alla follia!!!".
Livelli di conoscenza
Esistono vari passi nell'acquisizione delle conoscenze.
Il primo è quello di avere a disposizione molte informazioni non strutturate. È ciò che oggi può accadere se si fa riferimento ai "Media" o si utilizza internet. Se queste informazioni non strutturate "invadono" la mente di chi non è ancora in grado di selezionarle, esse possono causare gravi danni professionali e non solo.
Il secondo passo è quello di effettuare degli studi appropriati (corso di diploma o di laurea) facendo uso di testi strutturati sotto la guida di un docente. È bene sottolineare che, in questa fase di "crescita", anche un "buon testo" può produrre dei risultati limitati senza l'ausilio di un docente. Lo studio di un certo numero di testi, ampliato dalle spiegazioni dei docenti è alla base di una solida preparazione.
Il terzo passo è quello di applicare quanto appreso dallo studio teorico nella pratica lavorativa. È ciò che viene detta esperienza di lavoro. Un ben noto aforisma recita: "È più importante un'esperienza che mille libri!!!".
Durante l'attività lavorativa diventa necessario frequentare corsi di specializzazione per affrontare nuove metodiche di lavoro o tecnologie industriali/informatiche. Questi corsi hanno lo scopo di "formare" la persona e di renderla capace di affrontare problematiche sempre più complesse. Il cambiamento di mansione o di azienda comporta una ulteriore "crescita".
Dopo un certo numero di esperienze maturate in anni di lavoro, di corsi di specializzazione/aggiornamento frequentati e soprattutto di risultati acquisiti, l'azienda valuta le prospettive di crescita di un ristretto numero di persone ed a una di esse affida l'incarico di "Responsabile" della funzione di "Manutenzione" (in genere il precedente "Responsabile" passa ad altro incarico/pensione o va in un'altra società).
É questa una tappa fondamentale per la crescita di un individuo: oltre all'aspetto squisitamente tecnico ecco che deve far proprie anche le tematiche gestionali che comprendono una serie di altri aspetti che sino ad allora non erano stati trattati. Tra questi aspetti si citano: la progettazione, programmazione, esecuzione ed il reporting degli interventi, la gestione delle risorse (persone, materiali e mezzi), l'auditing, i rapporti con il personale di manutenzione e con le altre funzioni dell'azienda, la parte economica (budget di manutenzione). Per non parlare poi degli aspetti legati alla sicurezza, alla qualità ed all'ambiente. L'ampliamento delle conoscenze, da condursi spesso al di fuori delle ore lavorative, può provocare in questa fase un grande stress. Tale ampliamento di conoscenze si attua in genere con la partecipazione a Congressi e Fiere, con la consultazione di riviste specializzate, con lo studio di norme ISO, EN, UNI e di altri enti normatori che possano riguardare tematiche vicine alla manutenzione. Non trascurabile, infine, è il contatto e lo scambio di esperienze con Responsabili di Manutenzione di altre Aziende, che operino anche in altri settori merceologici. Dopo alcuni anni di esperienza trascorsi in qualità di Responsabile di Manutenzione un individuo dovrebbe aver maturato una solida base di conoscenze ed esperienze, ossia una vera CULTURA MANUTENTIVA, indipendente da qualsiasi fattore contingente. Il raggiungimento di tale livello avviene in genere dopo circa 10-12 anni di seria attività improntata ai dettati del "miglioramento continuo".
Dopo il raggiungimento di questo livello si apre una fase "nuova" per chi è chiamato a tale compito. L'aspetto più evidente è quello della "sperimentazione". In altri termini si cercheranno attività tecniche o gestionali su cui sperimentare in piccolo delle nuove soluzioni viste o ideate. Il tutto portato avanti nel più stretto riserbo fintantochè i risultati non siano stati probanti per la soluzione provata. Solo allora si pianificherà in grande il cambiamento con l'assenso dell'Azienda. Nel frattempo ci si informerà su tutto quanto avviene nel mondo della manutenzione. Solo ora però si prenderà coscienza di quanto siano poche le cose utili e quanto grande sia la montagna di "spazzatura" che viene costantemente propinata. E tra la spazzutura fanno spesso bella presenza molti studi e ricerche di Enti e Facoltà il cui scopo è quello di giustificare solo la loro presenza o quella dei propri affiliati (professori, ricercatori, ecc. ecc.) di scarso o pressochè nullo valore. Fortunatamente il tempo necessario per vagliare questa enorme massa di dati sarà piuttosto esiguo: è questo il risultato più evidente della CULTURA MANUTENTIVA acquisita.
Da questo punto in avanti ognuno potrà scrivere la "propria storia" che sarà sempre più "unica" ed "irripetibile".
E il punto di arrivo? Il punto di origine della spirale?
Questa è un'altra storia.
Arte senz'Arte
Nelle Arti Marziali giapponesi (Budo) il praticante si esercita per anni ed anni nelle tecniche finchè, ad un certo punto, il suo modo di pensare, di agire e di essere viene totalmente posseduto dallo "Spirito" della disciplina che sta praticando. Così lo spadaccino diventa un tutt'uno con la sua katana; arco, freccia, arciere e bersaglio diventano una sol cosa; i praticanti di karate, aikido e judo si muovono anche nella vita come se stessero praticando la loro disciplina. Questo modo di essere un tutt'uno con lo "Spirito" del Budo viene chiamato anche "Arte senz'Arte". In altri termini si può dire che il praticante non è più separato da ciò che sta praticando. Egli, infatti, è diventato la personificazione dell'arte della Spada, del Kyudo, del Karate, dell'Aikido, del Judo. Di costoro si può dire che praticano un'Arte Marziale senza le tecniche di quell'Arte perchè "Sono Divenuti" quell'Arte. Il mio Maestro di Judo soleva ripetere: "La vostra vita sia ora nel Judo; il Judo vi accompagnerà poi nella vita".
Maestro e Allievo
Nella prima esperienza lavorativa, ben oltre 40 anni fa, mi occupavo di modelli matematici in idrogeologia (modelli di gestione degli aquiferi o falde sotterranee). Ebbi la fortuna di avere un Responsabile di settore tecnicamente competente e di grande esperienza che stimavo ed apprezzavo molto. Per ogni incarico che mi affidava richiedevo sovente consigli e riportavo prontamente i risultati chiedendo il conforto della sua supervisione. Dopo circa un paio d'anni, una volta mi chiamò in disparte e mi disse: "Edoardo non ho più nulla da insegnarti"! Capii il messaggio e da allora incominciai a camminare solo con le mie gambe.
Per Maurizio
Ti chiederai: ma io ho bussato a coppe e questo risponde a bastoni! Gli ho chiesto una cosa semplice e facile e lui mi risponde parlando del sesso degli angeli! A questo punto non mi rimane che invitarti a leggere un brano molto particolare riguardo all' "Insegnamento".
.... Gesù disse: "Quando vi conoscerete, realizzerete che siete i figli del Padre Vivente.
Ma se non vi conoscerete, allora dimorerete nella povertà, anzi, sarete la povertà stessa."
(Vangelo di Tommaso, 3)
Tutto il resto sono solo dettagli tecnici che potrai, con pazienza, in parte trovare su questo sito.
... e per finire: 3 Koan! ..... giusto per riflettere (o meglio per meditare)
- Nella mente del novizio ci sono molte possibilità, ma nella mente dell'esperto ve ne sono poche!
- Un giorno il Maestro Chao-Chou sprofondò nella neve e si mise a invocare: "Aiutatemi a uscire! Aiutatemi a uscire!"
Venne un monaco e gli si sdraiò accanto. Chao-Chou si alzò e se ne andò.
- Un monaco chiese a Chao-Chou: "Se viene un povero, che cosa bisognerebbe dargli?". "Non gli manca niente", rispose il Maestro.
Con affetto, Edoardo.
MAURIZIO 12/05/2015
Buon giorno.
Caro Sig. Edoardo, innanzi tutto la ringrazio e le faccio i miei più sinceri auguri.
Altro che bastoni!
Lei mi ha regalato una risposta da Asso di denari!!!
Tutti buoni consigli che cercherò di concretizzare al meglio.
A presto. Con affetto, Maurizio
EDOARDO 12/05/2015
Un aforisma zen recita: "Quando l'allievo è pronto, ecco che appare il Maestro"! (evento sincronico: ossia contemporaneo e non casuale, in cui i due soggetti si influenzano vicendevolmente).
Con tale citazione non voglio porre tanto l'attenzione sull'Allievo ed il Maestro (cosa del resto non sempre facile a discernersi) quanto bensì sul fatto che l'apprezzamento di quanto sopra detto evidenzia che sei PRONTO a procedere AUTONOMAMENTE, in modo da poter effettuare in ogni frangente la scelta più opportuna.
Scelte "Giuste" al momento "Giusto" (anche qui sincronicità tra tipo di scelta e momento della scelta).
Ma è proprio questo ciò che contraddistingue il "Capo Carismatico".
E vedrai che le soluzioni verranno da "sole" senza bisogno di ricercarle sui testi o mutuandole da contesti dissimili dal tuo.
E ad ogni passo del tuo procedere ti accorgerai che sarai sempre meno vincolato dalle conoscenze acquisite perchè sarai sempre più immerso nell' "Arte della Manutenzione", la fatidica "Arte senz'Arte"!!!
Con affetto, Edoardo.